giovedì 10 aprile 2014

Anna Karenina (2012).Dancing Scene

Il portale sulla letteratura di Rai Educational

Il portale sulla letteratura di Rai Educational

Una parola, una frase, un rigo appena.
(Manuel Puig)

Che cos’è la letteratura?
A Dolorès

Se volete impegnarvi” scrive un giovane imbecille “che cosa aspettatea iscrivervi al P. C. ?” Un grande scrittore che si è spesso impegnato e, ancor più spesso, disimpegnato, ma se ne è dimenticato, mi dice: “gli artisti peggiori sono quelli più impegnati: guardate i pittori sovietici.” Un vecchio critico piagnucola: “Voi volete assassinare la letteratura; nella vostra rivista il disprezzo per le Belle Lettere è ostentato in modo insolente.” Un poverino dice che sono una testa dura, che per lui è evidentemente una delle peggiori ingiurie; un autore che fece fatica a trascinarsi da una guerra all’altra, e il cui nome risveglia talvolta languidi ricordi nei vegliardi, mi rimprovera di non curarmi dell’immortalità: lui conosce, grazie a Dio, tanta gente per bene per la quale l’immortalità è la principale speranza. Agli occhi di un gazzettiere americano il mio torto è di non aver mai letto né Bergson né Freud; quanto a Flaubert, che non s’impegnò, sembra che mi perseguiti come un rimorso. I furbi strizzano l’occhio. “E la poesia? E la pittura? E la musica? Volete impegnare anche quelle?” I tipi decisi chiedono: “Di che si tratta? Della letteratura impegnata? Ma allora è il vecchio realismo socialista, a meno che non si tratti di un rifiorire di populismo, per di più aggressivo. Quante sciocchezze! Il fatto è che si legge in fretta e male, e che si giudica prima d’aver capito. Quindi ricominciamo. (…/…)

E’ l’incipit del saggio di Jean-Paul Sartre : Che cos’è la letteratura? Un saggio ricco di proposte e d’interpretazioni, anche suggestive. Scritto nel 1947, negli anni più duri della polemica tra l’Occidente e l’Oriente, polemica che sfociò nel mare magnum della “guerra fredda”, il saggio ne sintetizza ampiamente i motivi, sollevandoli di peso dal livore di parte: attualizzati, essi appaiono ancora pienamente degni di riflessione. Il pensiero sartriano resta ancor oggi il manifesto, il testo base, la definizione, della letteratura “impegnata”.

Confrontando l'intervista di Magris e il testo di Sartre ci si imbatte in due approcci al concetto di letteratura completamente agli antipodi; mentre Magris espone ciò che per lui è la letteratura, Sartre espone ciò che per lui non è letteratura. Tra le due esposizioni c'è il mondo; è questo "mondo" ciò che io intendo per letteratura. Un "mondo" espresso efficacemente in un prologo di J. L. Borges ad un suo componimento:


A chi mai leggerà
Se le pagine di questo libro consentono qualche verso felice, mi perdoni il lettore, la scortesia di averle usurpate io, previamente. I nostri nulla differiscono di poco; è banale e fortuita la circostanza che sia tu il lettore di questi esercizi, ed io il loro estensore.

Anche Papa Francesco (Bergoglio) in un suo discorso durante la sua visita in Brasile ha fermato un concetto di letteratura vincolato al presente vissuto (e alla storia) con questa frase:


“Memoria del passato e utopia verso il futuro si incontrano nel presente, che non è una congiuntura senza storia e senza promessa, ma un momento nel tempo, una sfida per raccogliere saggezza e saperla proiettare.” (Franciscus – Brasile 2013)

In questo nuovo respiro concettuale, possiamo "ricominciare" (come ha scritto Sartre) a definire "che cos'è la letteratura".

Magris, nella presentazione del suo libro e Sartre nel suo scritto non sono riusciti a far passare un messaggio chiaro per definire la letteratura; così come, invece, Borges e Bergoglio son riusciti a fare in una frase.